L’hobby più strano della pandemia, il Post parla di noi!

Fungobox

Abbiamo provato 3 kit per coltivare funghi in casa, che poi abbiamo mangiato

 

Tra le cose strane successe nel mondo nell’ultimo anno, una di cui si è cominciato a parlare di recente è lo shroom boom, l’esplosione dell’interesse per i funghi (che in inglese si chiamano “mushrooms”). Vox ha scritto che è un fenomeno sfaccettato e difficile da ricostruire: tutto d’un tratto si è cominciato a parlare delle proprietà dei funghi in cucina, ma anche all’interno dell’industria della moda e della cosmetica, nel mondo del design per le loro forme particolari e in campo medico (e legale) per i loro effetti curativi e psicoattivi. Al Post abbiamo avuto un sentore dello shroom boom quando ad agosto un post di uno dei nostri blog su un libro che parla di funghi ha suscitato un interesse decisamente inatteso.

A tutto questo si aggiunge che l’hobby della coltivazione e della raccolta dei funghi si addice perfettamente alle più ampie tendenze che, nell’ultimo anno, hanno avvicinato molte persone ad attività manuali casalinghe e alla ricerca di un contatto con la natura. Il Guardian e il New York Times hanno raccontato che nel Regno Unito e negli Stati Uniti le vendite delle aziende che commercializzano kit per crescere i funghi in casa sono triplicate nell’ultimo anno. Ci è venuta voglia, in tutto questo fermento, di provare a coltivarli in casa anche noi, usando alcuni di questi kit, anche per vedere se danno più o meno soddisfazione dei germogli e delle talee.

Fascino e repulsione
Uno dei motivi per cui durante la pandemia molte persone si sono dedicate al giardinaggio è che notare le gemme, le nuove foglie e in generale la lenta ma evidente crescita delle piante dà grande soddisfazione ed è un modo rilassante per misurare il trascorrere del tempo in un periodo in cui tutto sembra rallentato (o accelerato? chi lo sa). Coltivare funghi dà soddisfazioni molto simili a quelle del giardinaggio, con la differenza che in questo caso di lento non c’è proprio niente, se non forse l’attesa che precede la comparsa delle prime capocchie. La velocità con cui crescono i funghi (anche se varia da specie a specie) è abbastanza impressionante e suscita molta soddisfazione, ma anche quel senso di sgomento che si prova alcune volte davanti ai fenomeni naturali più sorprendenti.

In un’intervista Andrew Carter, un coltivatore americano, ha definito i funghi «misteriosi ed effimeri» e ha detto che sono diversi da qualsiasi cosa a cui la maggior parte delle persone sia abituata. Dopo la nostra piccola esperienza di coltivazione casalinga, ci sentiamo di confermare questa percezione e dirvi che, se quello che vi piace del giardinaggio è il senso di pacifico controllo sull’evolvere della natura, i funghi potrebbero sorprendervi.

Il modo in cui crescono velocemente tra materiali di scarto e attraverso strette fenditure, e prendono spazio con la loro deformità e carnosità, ha effettivamente un che di misterioso e quasi magico che sentiamo sfuggire al nostro controllo, e che per alcune persone può essere anche vagamente “disturbante”. I funghi inoltre ci ricordano la muffa dei cibi andati a male, e sappiamo bene che tra quelli che si trovano in natura ne esistono anche di velenosi e mortali: altre due cose che probabilmente contribuiscono a suscitare in alcuni un senso di istintiva repulsione per questi organismi.

In chi ha coltivato i funghi di questo articolo tutti questi elementi hanno contribuito a stimolare ancora più fascinazione, ma potrebbe non essere così per tutti. Per un’esperienza completa, comunque, consigliamo di accompagnare la coltivazione con un approfondimento scientifico sul tema: le cose che si scoprono sui funghi sono spesso «strabilianti», e ce ne sono moltissime che ancora non sappiamo.

FungoBox
A livello di ingombro, il FungoBox per fare i funghi ostrica è molto meno impegnativo del kit dei cardoncelli: misura 24 x 9 x 10 centimetri e sta in piedi da solo, quindi si può tenere ovunque (magari con un piattino sotto per quando lo si bagna). I funghi cominciano a crescere dopo pochi giorni, ma la quantità che produce è molto ridotta rispetto al kit dei cardoncelli. In generale è meno impegnativo e quindi più adatto a essere lasciato in gestione a dei bambini, anche perché va tenuto in casa. Può anche essere una bella idea regalo, visto che la confezione di cartone è molto graziosa. Noi lo abbiamo comprato a 14 euro su Amazon ma in questo momento è esaurito e si può comprare solo sul sito di Fungobox.

Quando si apre la confezione in cartone si trova un panetto avvolto nella plastica: a differenza degli altri il sostrato di FungoBox è composto da fondi di caffè. L’idea di questo kit infatti nasce da una cooperativa sociale di Milano con l’obiettivo di riutilizzare i fondi di caffè che normalmente vanno buttati. Quando poi i funghi smettono di crescere, il contenuto si può usare come fertilizzante per la terra. Un altro kit con cui è possibile fare una cosa simile ma usando i propri fondi di caffè è quello di Funghi Espresso (15 euro su Amazon).

(il Post)

Il panetto di FungoBox è contenuto dentro due buste di plastica, una più larga e l’altra più aderente. La prima cosa da fare è tirare fuori il panetto dal cartone, tagliare un angolo della busta esterna più larga, svuotarci dentro un bicchiere d’acqua e mettere tutto in frigo per una notte. Dopodiché la busta di plastica esterna si può eliminare e il panetto può essere rimesso nella confezione, a cui va tolta la finestrella sul davanti.

Nella parte di panetto che si vede dalla finestrella bisogna fare un’incisione a X di un paio di centimetri nella plastica (noi potremmo avere un po’ esagerato) e poi cominciare a inumidire l’area attorno alla X due o tre volte al giorno. Nella confezione è incluso un piccolo nebulizzatore che contiene la quantità d’acqua ideale per una giornata. Il kit va tenuto in casa, in una stanza luminosa, ma lontano da fonti di calore.

(il Post)

Quando il cappello dei funghi più grandi raggiunge un diametro di circa 5 centimetri, sono pronti per essere raccolti e mangiati. Anche in questo caso i funghi vanno estirpati alla base e non recisi. Bisogna stare attenti a farlo al momento giusto perché nel giro di poco potrebbero seccarsi e non essere più buoni ― esattamente quello che è successo a noi. Avremo comunque una seconda occasione, visto che una decina di giorni dopo il primo “raccolto” ha cominciato a spuntare un secondo grappolo, anche se in un’area del FungoBox inaspettata.

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