Economia circolare: previsti 100 milioni di nuovi posti di lavoro in 10 anni

Economia Innovatrice

100 innovazioni e 100 milioni di nuovi posti di lavoro in 10 anni: questo l’impatto socio-economico dell’Economia Circolare, secondo Gunter Pauli

Un nuovo libro presto in edicola “L’Economia innovatrice” di Andrea Di Stefano e Massimiliano Lepratti, edito da Edizioni Ambiente, ci guida a scoprire meglio il mondo dell’Economia Circolare e a capirlo a fondo attraverso l’analisi di esempi concreti e virtuosi.

IMG_0429Nel loro libro, Di Stefano e Lepratti spiegano meglio il concetto di Economia Circolare: “La differenza con il riciclo può apparire sottile, ma è fondamentale. Con riciclo intendiamo riportare gli scarti raccolti a una originaria materia prima che verrà poi reimmessa in un normale processo produttivo per la fabbricazione di nuovi prodotti. L’upcycling non implica invece il ritorno degli oggetti alla propria materia di base, ma la trasformazione degli oggetti e delle materie esistenti, attraverso miglioramenti e adattamenti che ne modificano l’uso e conferiscono loro un nuovo valore economico, maggiore rispetto ai componenti originali“.

Facciamo un passo indietro, cerchiamo di capire meglio.

Cos’è l’Economia Circolare? Il termine Economia circolare indica un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo. 

Secondo la definizione che ne dà MacArthur Foundation, in un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.

Noi di Upcycle, team di FungoBox, crediamo fortemente che l’Economia Circolare sia la chiave per costruire un futuro migliore per questo pianeta.

E siamo onorati di essere citati come realtà esemplare capace di mettere in pratica l’economia circolare.

 

Quella che in inglese si chiama “Blue Economy” affronta le problematiche della sostenibilità al di là della semplice conservazione: lo scopo non è investire di più nella tutela dell’ambiente ma di spingersi verso la Rigenerazione dei rifiuti affinché tutti possano beneficiare dell’eterno flusso di creatività, adattamento e abbondanza della natura.

Così facendo si possono creare nuove imprese e nuovi posti di lavoro, Gunter Pauli, il fondatore della blue economy ha previsto in 10 anni, 100 innovazioni e 100 milioni di nuovi posti di lavoro. Ed è proprio questa la strada che stiamo intraprendendo con orgoglio. La Blue Economy nell’ipotesi più moderata può essere considerata un’evoluzione della Green Economy, in realtà è qualcosa di più e di diverso.

È un sistema di pensiero e di azione complesso in cui la dimensione economica della proposta parte sempre dal livello sociale e globale della condizione della persona, sia dei paesi dove avviene la produzione sia dei paesi ove avviene il consumo di beni prodotti.

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Gunter Pauli ci insegna
che per superare la crisi che viviamo oggi in Europa
dobbiamo imparare di nuovo
a navigare tra realtà, visione e fantasia,
proponendoci dei principi guida:

 

 

 

  • Qualcosa viene sostituito con niente se è davvero necessario produrlo.
  • Nei sistemi naturali non c’è spreco. Ogni sottoprodotto è una materia prima per un nuovo prodotto. Un rifiuto per uno è un alimento per un altro.
  • La ricchezza della natura è la biodiversità. Standardizzazione industriale è l’opposto.
  • Le soluzioni si basano principalmente sulle leggi della fisica. I fattori chiave sono la pressione e la temperatura, come sono conosciuti a livello locale.
  • La natura offre spazio per gli imprenditori che producono di più con meno. La natura è in contrasto con il monopolio.
  • La gravità è la fonte principale di energia, la seconda risorsa rinnovabile è l’energia solare.
  • L’acqua è il solvente primario.
  • La natura è in continua evoluzione. Ci sono sempre novità.
  • La natura funziona solo con ciò che è localmente disponibile. La cultura economica sostenibile rispetta e valorizza le risorse locali.
  • La natura si basa su esigenze di base e si sviluppa poi in abbondanza. L’attuale modello economico è basato sulla scarsità come base per la produzione e il consumo.
  • I sistemi naturali sono semplici.
  • In natura, tutto è biodegradabile – è solo una questione di tempo.
  • In natura tutto è sempre in collegamento e sviluppato simbioticamente.
  • In natura, acqua, aria e suolo sono un bene comune, libera e abbondante.
  • In natura, un processo crea molti benefici.
  • Sistemi naturali pongono rischi. Ogni rischio è una motivazione per l’innovazione.
  • La natura è efficiente. Pertanto, la massima sostenibile economico utilizza materia esistente e di energia, in modo che scende il prezzo per i consumatori.
  • La natura propone il meglio per tutti gli interessati.
  • In natura gli svantaggi sono vantaggi. I problemi sono un’opportunità.
  • La natura si fonda sulla biodiversità. Un’innovazione naturale offre numerosi vantaggi per tutti.
  • Produrre con quello che abbiamo, sviluppare innovazioni ispirate dalla natura, ottenere una sostenibilità mai immaginata, quali creare posti di lavoro e capitale sociale, offrendo di più con meno.

Massimo Casari di FungoBox commenta: L’economia circolare è il futuro dell’economia. Deve essere il futuro perché il modello economico attuale non è sostenibile. L’economia circolare non è un’innovazione, è il ritorno ad una cultura che esiste da sempre, basta cercarla nelle nostre tradizioni. Le comunità del passato funzionavano così: non c’era rifiuto, non c’era spreco, non c’era spazzatura, non c’era disoccupazione. Il nostro compito è solo quello di riscoprire una cultura virtuosa che abbiamo dimenticato. E’ questo che cerchiamo di fare con FungoBox: tornare alla cultura tradizionale del trovare un senso ad ogni scarto. Nell’economia circolare ogni scarto diventa una risorsa. La nostra missione è rendere concreta e pratica questa idea.
Per questo abbiamo messo insieme un team di appassionati di agricoltura urbana ed economia circolare, ogni giorno recuperiamo il caffè usato e lo trasformiamo: una prima volta in funghi di alta qualità, e poi una seconda volta, in fertilizzante per il terreno.

Il nostro scopo è quello di aiutare le città e gli individui a coltivare, vivere, pensare in modo più sostenibile e… circolare. Per questo, abbiamo individuato nella polvere di caffè usato un rifiuto molto interessante in quanto particolarmente ricco (contiene ancora il 99,8% dei componenti nutritivi del caffè) e perché l’altissima temperatura dell’acqua delle macchinette lo ha sterilizzato e reso “pulito”. Ogni giorno recuperiamo il caffè usato e lo trasformiamo in terreno di coltura. Abbiamo poi selezionato diverse tipologie di funghi commestibili in grado di crescere su una base di caffè esausto, tra questi i famosi funghi Ostrica, o Pleurotus, che noi commercializziamo sotto forma di kit: Fungo Box. Dopo la produzione e il raccolto dei funghi, il terriccio ciò che resta diventa un eccellente ammendante per il terreno e quindi una nuova risorsa per rigenerare il suolo dell’agricoltura peri-urbana!

Martin BlakeL’esperto di sostenibilità Martin Blake chiarisce: “La Blue Economy è una filosofia che può abbracciare diverse idee, e che si basa su una visione sistemica. Si tratta di una filosofia che aiuta le persone, l’ambiente e l’economia a costruire la capacità di resilienza e la sostenibilità all’interno delle comunità. Può aiutare a costruire imprese sociali che lavorino con materiali disponibili localmente. Può agevolare la produzione di merci e servizi, l’agricoltura e la produzione di qualsiasi materiale necessario. È la filosofia generale che mira all’eliminazione dei rifiuti dal sistema per renderlo più efficiente; in natura non esistono rifiuti pertanto neanche nella Blue Economy vi sono rifiuti, ma solo risorse. E alcune risorse possono essere prese da una produzione e utilizzate in un’altra, ma non eliminate, né bruciate o interrate: devono essere utilizzate in modo da poter essere valorizzate, creando opportunità di lavoro e salvaguardando l’equilibrio ambientale. Non è necessario produrre tutto in Cina o in Germania: si può produrre ovunque, pertanto dobbiamo imparare nuovamente a creare aziende locali, imprese sociali di proprietà della comunità, in cui tutte le risorse siano utilizzate senza produrre rifiuti; ciò le renderebbe più efficienti e di conseguenza produrrebbero più ricchezza e abbondanza per la comunità, senza distruggere o danneggiare le risorse naturali del pianeta.”

 

Qui sotto trovate link per approfondire:

www.gunterpauli.com

Video: Gunter Pauli – HEC Sustainable Business Conference 2012

martinblake.com

economiacircolareblog.wordpress.com

www.beppegrillo.it/ Salviamo l’Italia con la Blue Economy